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Sfera
Armillare XVI secolo
È opera di FRANCISCVS DIVITIOLVS -(1593)
autore dell'orologio astronomico del Torrazzo di Cremona. Rappresenta in
forma tridimensionale l'Universo allora conosciuto di concezione
geocentrica o tolemaica. L'invenzione della sfera armillare è
attribuita dagli antichi al grande astronomo greco Ipparco. La terra si
trova al centro delle armille; permette tra l'altro di valutare i moti
del sole e della luna e le reciproche posizioni nelle costellazioni.
Sono indicati i circoli polari, i tropici, l'equatore, due coluri, la
fascia dello zodiaco, il meridiano del sole, il meridiano della luna,
l'orizzonte.Collezione Privata
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Franciscvs
Divitiolvs mentre tiene in mano
la Sfera da lui stesso costruita, la stessa esposta alla mostra.
Collezione privata
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Sfera
Armillare Copernicana
Questa sfera armillare, che riproduce il
Sistema Solare, arrivata ai nostri giorni in condizioni purtroppo
malandate ed incomplete. Non esistono fonti che indichino la data di
costruzione, tantomeno il suo costruttore. Si presume posteriore al 1807
perchè da un'analisi attenta delle iscrizioni presenti sulle armille
che riproducono le orbite dei pianeti attorno al Sole e dal nome di
questi, disposti in ordine crescente di distanza dallo stesso: Mercurio,
Venere, Terra (riprodotta con il proprio satellite: la Luna), Marte e
Vesta (pianetino posto fra le orbite di Marte e Giove scoperto appunto
nel 1807 l'unico visibile ad occhio nudo data la sua brillantezza
inserito come pianeta ufficiale). Lo spazio residuo presente sul gambo
di ferro lascia intuire la presenza di altre armille, molto
probabilmente quelle riferite ai pianeti Giove, Saturno ed Urano. Il
Sole e la Terra in origine erano decorati, infatti è evidente la
presenza, sulle rispettive sferette di legno, di tracce di stucco.Collezione Seminario Vescovile, Cremona
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Astrolabio
Costruzione genovese in occasione delle
Colombiadi. Antico strumento portatile per la determinazione
dell'altezza del sole o di un astro qualsiasi sull'orizzonte e per la
risoluzione di problemi di astronomia e navigazione. L'esemplare è
copia esatta dell'astrolabio costruito da EGNAZIO DANTI cosmografo di
Cosimo I. L'astrolabio fu il rappresentante più illustre, dal Medio Evo
fino al sec. XVII, della proiezione stereografica e tiene il primato fra
gli strumenti astronomici di uso universale tanto da essere considerato
il simbolo della scienza e della tecnica del medio Evo.
Collezione privata - Monti Vito
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De
Revolutionibus orbium Coelestium
Libri VI Basileae, ex officina
Henriopetrina, 1566. Foglio chiaro, XVI o inizio XVII sec., 294mm x
195mm. Si presenta abbastanza chiaro tranne per alcuni punti, ma con
leggere mancanze nei ff 26-27, 165 e 168 che appaiono quasi scuriti. La
censura ha rimosso il foglio 6 e l'intera NARRATIO PRIMA. I ff 78-79
sono inseriti nel testo e provengono da una prima edizione. L'opera
proviene dalla biblioteca del Convento di S. Domenico in Cremona. Sul
frontespizio appare la dicitura, voluta dai censuri, CORRECTUM EST HOC
OPUS. La citazione della NARRATIO prima nella pagina di testa coperta
con una striscia di carta incollata e il foglio terminale con la marca
tipografica dell'incudine è stato incollato al verso del foglio 196.
Non soltanto sono stati censurati dei passaggi con strisce di carta
incollate ma al foglio 1,8 (riguardante l'inadeguatezza delle
argomentazioni geocentriche) queste ultime sono state rimosse con un
taglio del foglio 6 e con la copertura del rimando alla figura 23. Gli
indici hanno subìto particolarmente l'opera della censura e queste
sezioni, all'inizio ed alla fine del testo, sono considerevolmente
manipolate. Solamente un'annotazione concernente la radix della
precessione è reperibile al foglio 78, uno dei fogli inseriti dalla
prima edizione.
Biblioteca Statale di Cremona
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Globo
celeste I globi celesti sono delle sfere che
riportano sulla propria superficie le costellazioni della volta celeste.
L'esemplare esposto è il risultato
di un restauro alquanto singolare. Infatti la sfera con l'anello della
latitudine è l'unica parte rimasta dello strumento originale. Per
sorreggerla è stata adattata una base in noce (la colata di piombo
presente sul fondo e la forma della base stessa lasciano presumere,
con buona probabilità, che facesse parte di un'altra apparecchiatura
coeva) e, come gambo, una originale tornitura di legno di olmo che
richiama nella parte superiore la forma sferica soprastante. Dato il
periodo di costruzione del globo (1864) la struttura portante con molta
probabilità era su tripode come per il grande globo terrestre esposto
in questa mostra. Sul globo è presente la seguente iscrizione:
"GLOBO CELESTE disegnato secondo l'uranometria di ARGELANDER per
cura di E. SERGENT. Riveduto e corretto da G. V. SCHIAPPARELLI Direttore
dell'Osservatorio Astronomico di Milano presso G.B. PARAVIA e Comp.
TORINO e MILANO 1864. Proprietà Artistica Letteraria
Litografia Rolla Torino".
Collezione Privata.
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Globo
terrestre Questo globo terrestre, oltre alle
normali indicazioni geografiche e alla possibilità di girare attorno al
proprio asse, ha il cerchio meridiano graduato libero di muoversi in
direzione verticale, cioè secondo il verso Nord - Sud del globo ed è
solidale con quest'ultimo. In corrispondenza del Polo Nord geografico è
posizionato un dischetto ove sono incise radialmente le 24 ore,
suddivise in 12 ore antimeridiane e 12 ore pomeridiane. A metà della
sfera, disposta orizzontalmente, è presente una fascia di legno
ricoperta da una lamina di ottone che riporta, su formelle lavorate, le
costellazioni e sulla restante superficie, incisa in lingua francese, le
stagioni. La fascia è solidale con la struttura portante del globo e
presenta una cavità cilindrica che ospitava una bussola magnetica, ora
mancante, che consentiva un utilizzo corretto del globo
posizionandolo in direzione del Nord geografico. Correttamente orientato
con i punti cardinali e regolato attraverso il cerchio meridiano in
latitudine e in orario con il dischetto superiore, il globo può fornire
attraverso la fascia dello zodiaco la posizione delle costellazioni per
le singole località.
Materiali: legno dolce ebanizzato,
ottone, rame, legno dolce, carta, acciaio.
Dimensioni: diametro della sfera 60 cm, altezza 150 cm, profondità 90
cm.
Periodo di costruzione: seconda metà XIX secolo.
Costruttore: [stampato su un etichetta presente sul globo] Ernest
Schotte & Cie. Berlin.
Collezione Provincia di Cremona
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Astrolabio
planisfero latino
Realizzazione in ottone e rame di Pieraugusto Grisoli - 1993. Segna le
latitudini, l'altezza di un astro, le ore. Si presta a misure
trigonometricheCollezione privata
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Globo
celeste russo Strumento per trovare gli archi da usare
nella navigazione basata sulle stelle. Il foglio sul coperchio del
contenitore riporta quanto segue:
1 - globo astrale corrisponde a tutte le esigenze tecniche
2 - l'errore della divisione dei cerchi non è superiore a 0,1°
3 - le stelle sono ben posizionate
4 - il globo non ha nessuna imperfezione
5 - il globo gira liberamente
6 - le coordinate delle stelle corrispondono all'anno 1953 - Il globo è
valido a tutti gli effetti - la direzione della fabbrica.
Collezione privata - Monti Vito
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Tellurio
francese del sec. XIX Visualizza il moto di rotazione della
Terra attorno al proprio asse ed il moto di rivoluzione intorno al Sole
rappresentato dal lume centrale. Mostra anche il moto della Luna intorno
alla Terra. I rapporti meccanici sono ben proporzionati e permettono di
simulare le varie situazioni che si verificano durante l'anno e le
eclissi di Sole e di Luna.
Proprietà Ist. Prof. Art. Ala Ponzone
Cimino
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